Lettera della professoressa Elisabetta Dall’Oro
San Stino di Livenza, 14 giugno 2019
A Marco e Gloria deceduti il 14 giugno 2017, nell’incendio della Grenfell Tower di Londra
Quest’anno ho prestato servizio come insegnante di sostegno presso l’istituto Comprensivo “G.Toniolo” di San Stino di Livenza, in provincia di Venezia e ho conosciuto per caso o forse per destino, la mamma di Marco, poiché lavora nella stessa scuola come segretaria. Avevo sentito parlare di lei dalle mie colleghe e dopo aver associato la vicenda dell’incendio alle Grenfell Tower di Londra a lei, ho provato un forte dolore al cuore e un desiderio inspiegabile di conoscerla, di parlare con lei e di soffrire insieme. Improvvisamente è uscita dal profondo una reminiscenza di studi latini: il verbo "compatire" viene dal latino "compăti" che significa "sopportare, soffrire insieme”… cose mai avvenute al momento giusto, tanti anni fa, cioè prima dell’interrogazione di latino, al liceo.
Ma è qui che ho capito a cosa servivano quelle frasi ripetute all’infinito dai benedetti professori…” la cultura, ragazzi, è come un seme che fiorisce a suo tempo…, ma la dovete innaffiare ogni giorno e poi non basta: dovete dissodare il terreno e prendervi cura della pianta, perché diventerà forte e farà a sua volta frutti buoni..”.
Ecco ora tocca a me. È giunto il mio turno.
Ora sono io che ripeto all’infinito queste frasi ai ragazzi che mi trovo ad educare, assieme al mio latino, ormai amico, che mi suggerisce che “educare” deriva dal latino educĕre, che significa «trarre fuori, allevare, condurre»…che meravigia la cultura!
Ora sono io che suggerisco loro: ragazzi imparate e imparate bene e costruite bene e con umiltà.
Sempre il destino mi ha condotto qui, in vacanza, nella Tua splendida e da me molto amata Londra, a pochi giorni dall’anniversario della morte di questi due ragazzi eruditi ed educati. Qui sotto lascio dei semplici pensieri per Te, o Passante, che avrai voglia di riflettere sull’importanza della cultura.
Sono semplici frasi scritte dagli alunni di 1^ A, la classe in cui ho lavorato, una classe eterogenea e meravigliosa come le mille facce di un brillante.